Questo inverno mite e queste giornate di sole fanno sorridere noi motociclisti. Con queste condizioni meteo possiamo dare inizio alla stagione e cominciare a fare i nostri giri in moto in ampio anticipo rispetto agli scorsi anni.
Il sorriso è però un sorriso amaro, se alla nostra naturale voglia di salire in sella alle nostre moto contrapponiamo la delicata situazione dell'inquinamento, in particolare nel Nord Italia. Anche perché, con il nostro casco aperto al mondo che ci circonda, più di altri dovremmo avere attenzione all'aria che tanto amiamo respirare quando siamo in sella.
Nel mio blog amo talvolta interrompere il flusso predeterminato dei contenuti tradizionalmente legati al mototurismo per riflettere su alcuni temi più concettuali come la lentezza e la velocità, oppure temi sociali in genere.
Considerando il cosiddetto Calendario geologico, l'impatto della specie umana nella vita della terra è assolutamente marginale in ottica temporale. Diventa invece poderosamente impattante considerando il punto di vista dei cambiamenti attuati sul nostro pianeta. Questo è un dato di fatto che non ha implicazioni positive o negative assolute, semplicemente l'uomo ha introdotto in un brevissimo spazio temporale una vastissima quantità di cambiamenti. C'è chi dice che i cambiamenti climatici sono soprattutto colpa dell'uomo, c'è chi dice che siano solo in minima parte una nostra responsabilità, e che la natura stia semplicemente facendo il suo corso in autonomia. Di chiunque sia la colpa, l'unica certezza è che va fatto qualcosa, anche solo egoisticamente parlando, prima di tutto per salvaguardare la nostra esistenza, e poi quella del nostro pianeta.
Uno studio pubblicato dal Parlamento Europeo parla chiaro (clicca qui per leggere il documento): le emissioni in atmosfera in Europa sono principalmente causate dalla produzione di energia, la Germania è lo stato Europeo con maggiori emissioni, Francia e Italia messe insieme emettono più o meno le stesse quantità della sola Germania, i restanti Paesi Europei raggiungono emissioni di gran lunga inferiori rispetto ad Italia o Francia. Infine, l'Europa nel suo complesso è il terzo al mondo per emissioni, dopo Cina e Usa, e precede India e Russia. Questo panorama ci fa capire che le responsabilità vanno suddivise, ma anche che le soluzioni vanno condivise. Purtroppo però, anche a causa della crisi energetica successiva alla guerra in Ucraina, le emissioni nel mondo sono salite invece che scendere (clicca qui per leggere il rapporto de ilSole24ore).
Nelle ultime settimane la Pianura Padana ha registrato dei record di inquinamento insostenibili, anche a seguito di un inverno caratterizzato da alte temperature e da pochissime precipitazioni.
Antropocene: una nuova Era Geologica
L'Antropocene è un'epoca caratterizzata dall'influenza significativa delle attività umane sui processi geologici, climatici e ambientali del nostro pianeta. In questo contesto, l'industria dei trasporti in generale e in particolare l'industria automobilistica e motociclistica emergono come protagonisti principali, plasmando in modo sostanziale il nostro modo di vivere e generando sfide ambientali senza precedenti. L'Antropocene rappresenta un capitolo unico nella storia della Terra, in cui le azioni dell'uomo sono diventate una forza dominante. Questa fase è caratterizzata da cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e impatti ambientali su larga scala.
L'impatto ambientale dell'industria e dei trasporti
Il grande accusato è l'industria di produzione dell'energia. A seguire, gli allevamenti di massa e l'agricoltura massiva che sostiene queste attività. Poi l'industria dei trasporti e la mobilità umana. L'utilizzo di veicoli a combustione interna ha contribuito in modo significativo all'inquinamento atmosferico. Le emissioni di gas serra come il biossido di carbonio provenienti dai veicoli alimentati a carburanti fossili sono uno dei principali fattori dell'attuale crisi climatica, se teniamo conto anche delle emissioni necessarie per la filiera produttiva dei mezzi di trasporto.
L'industria automobilistica sta vivendo una transizione verso la mobilità elettrica come risposta a molte delle preoccupazioni ambientali. Veicoli elettrici (EV) e motociclette elettriche offrono un'alternativa meno inquinante, ma presentano sfide legate alla produzione delle batterie e allo smaltimento alla fine del loro ciclo di vita.
Mototurismo e sostenibilità: una prospettiva
Per gli appassionati di mototurismo, la consapevolezza dell'impatto ambientale è fondamentale. Esplorare le strade in modo sostenibile significa adottare pratiche ecologiche, minimizzando l'impatto ambientale durante i viaggi.
L'Antropocene pone sfide e opportunità uniche per l'umanità. L'industria automobilistica e motociclistica, con la sua capacità di guidare cambiamenti e innovazioni, ha un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro sostenibile. La consapevolezza, l'adozione di tecnologie pulite e la responsabilità individuale diventano i pilastri per affrontare l'impatto di queste industrie sulla Terra. Solo attraverso azioni collettive possiamo plasmare un futuro in cui la passione per il mototurismo si combini armoniosamente con la conservazione del nostro prezioso pianeta.
Il mototurismo, un'attività amata da molti per la sensazione di libertà e avventura che offre, si trova oggi ad affrontare una sfida importante: conciliare il desiderio di esplorare nuovi luoghi con la necessità di proteggere l'ambiente in cui viviamo. Guardando alla nostra Pianura Padana, ci troviamo di fronte a una realtà in cui l'inquinamento atmosferico è una preoccupazione quotidiana, con città come Milano che spesso dominano le classifiche delle metropoli più inquinate del mondo, secondo il sito svizzero IQAir la concentrazione di PM2.5, particelle fini considerate particolarmente dannose per la salute umana, supera spesso i valori guida stabiliti dall'OMS, mettendo in evidenza l'urgenza di agire per migliorare la qualità dell'aria che respiriamo.
Le cause di questo problema sono molteplici e ben note: dall'intensiva attività agricola all'industrializzazione massiccia, passando per l'alta densità di popolazione e l'assenza di un adeguato ricircolo d'aria. La conformazione a conca della Pianura Padana aggrava ulteriormente il problema, favorendo il ristagno di inquinanti, soprattutto durante le inversioni termiche invernali e i periodi di forte umidità estiva.
Ma il problema dell'inquinamento atmosferico non è solo una questione locale: si inserisce in un contesto più ampio, quello dell'Antropocene, un'epoca geologica non ancora ufficialmente codificata ma caratterizzata dall'impatto predominante dell'attività umana sul pianeta. Coniato dal meteorologo e ingegnere Paul J. Crutzen, il termine "Antropocene" sottolinea il ruolo centrale dell'uomo nei processi biologici, chimici e geologici globali, con conseguenze evidenti sul clima e sull'ambiente.
Le caratteristiche dell'Antropocene includono un aumento della popolazione e dell'urbanizzazione, l'incremento del consumo di combustibili fossili e di acqua, l'utilizzo crescente di sostanze chimiche e l'acidificazione delle acque, solo per citarne alcune. Questa epoca, che potrebbe avere inizio tra la metà del 1800 e la metà del 1900, rappresenta una testimonianza tangibile del profondo impatto delle attività umane sulla Terra.
Ma come possiamo conciliare la nostra passione per il mototurismo con la necessità di proteggere l'ambiente? La risposta sta nella consapevolezza e nella responsabilità delle nostre azioni. Scegliendo percorsi che evitano le aree ad alto impatto ambientale e sostenendo le iniziative di turismo sostenibile possiamo contribuire nel nostro piccolo a ridurre l'impatto ambientale dei nostri viaggi in moto. Ma questo comportamento pressoché simbolico, va affiancato ad una quotidianità consapevole, perché è nella vita, nei gesti e nelle decisioni di tutti i giorni che possiamo dare davvero il nostro contributo al cambiamento.
E mentre le moto elettriche rappresentano una promettente alternativa ai veicoli a combustione interna, con le loro emissioni zero e la riduzione del rumore, è importante considerare anche le sfide legate alla loro adozione su larga scala, come l'autonomia limitata e l'infrastruttura di ricarica ancora in fase di sviluppo.
Infine non possiamo trascurare l'importanza del ciclo produttivo delle moto. Una moto a benzina ben mantenuta e utilizzata per molti anni può contribuire a ridurre l'impatto ambientale complessivo, grazie alla sua durabilità e alla possibilità di percorrere migliaia di chilometri nel corso della sua vita utile.
Viaggiare in moto può essere un'esperienza gratificante anche attuando un atteggiamento rispettoso dell'ambiente, viaggiando con consapevolezza e responsabilità. Ognuno di noi ha il potere di fare la sua parte per proteggere l'ambiente e preservare il nostro pianeta per le generazioni future. Iniziando dalla gestione dei nostri rifiuti, proseguendo con il rispetto del territorio e della natura che attraversiamo durante i nostri viaggi e giri in moto, infine dedicando attenzione agli sprechi.
Fonti: Parlamento Europeo, ilFattoQuodiano, ilSole24Ore.
Foto di copertina Lukáš Lehotský su Unsplash
Foto centrale di Cris Ovalle su Unsplash
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