Complice un meteo "sbarazzino" quest'anno la stagione mototuristica si è spostata un po' in avanti con le settimane, ma l'apertura dei principali passi di montagna è ormai alle porte, così come le principali strade panoramiche con le prime giornate di sole e bel tempo iniziano ad affollarsi di motociclisti, dagli Appennini alle Alpi.
Non sono mancati in questi primi weekend di primavera tristi episodi che hanno coinvolto, in particolare, i motociclisti. Il rischio è insito nell'andar per strada, non è mai semplice giudicare gli altri, e non è mai corretto generalizzare. Ma non si può rimanere in silenzio e far finta di nulla. Tutto può finire con una banale carena strisciata e una sbucciatura ad un polso, ma la fortuna non sempre ci assiste, e il motociclista non è un cavaliere immortale.
Quello che sinceramente mi preoccupa più di tutto è l'evidente arroganza che si respira sempre di più girando per strada, un'attitudine molto diffusa e del tutto trasversale: il pedone che attraversa la strada fuori dalle strisce a testa bassa sullo smartphone, i ciclisti che viaggiano tranquillamente in tripla fila senza curarsi del prossimo o scendono in discesa in picchiata invadendo sistematicamente la corsia opposta, i motociclisti che scambiano le strade per un circuito o che si improvvisano piloti esperti in sella a moto potentissime o pesantissime, affrontando strade molto tecniche dopo aver fatto si e no mille chilometri l'anno di statali in pianura, gli automobilisti che mandano vocali ad oltranza, si guardano Netflix mentre guidano o svoltano a destra e a manca senza mai mettere una freccia che sia una, i camionisti che si sentono grandi e grossi e fanno un po' il cavolo che gli pare e piace, i camperisti inesperti che si incastrano ad ogni curva in montagna e viaggiano ai 10 all'ora, e così via.
Ripeto, generalizzare è sbagliato, ma è altrettanto evidente che qualcosa, nella convivenza civile di uno strumento tanto utile quanto pericoloso, la strada, proprio non va.
In questi giorni, in particolare, ha destato molto interesse, e di conseguenza molte critiche, il video su Youtube della coppia di motociclisti Eros e Luna, meglio noti come TheMoonRiders, sulle situazioni spiacevoli vissute percorrendo in moto il passo di montagna forse più iconico in assoluto: il Passo dello Stelvio.
Breve inciso sul Passo dello Stelvio: è una strada bellissima, dal punto di vista panoramico. Da guidare? Un inferno salendo dal versante di Prato dello Stelvio, dove pendenze e tornanti strettissimi mettono a dura prova le doti di guida di chiunque, abbastanza divertente salendo dal versante lombardo, ma poi a scendere, panorama a parte, una rottura di scatole assoluta. Consiglio di farlo? Assolutamente si, la vista da lassù è qualcosa di indescrivibile. Vi divertirete a guidare la vostra moto sullo Stelvio? Sicuramente no, traffico a parte, anche se lo percorrete all'alba, fuori stagione e lontano dai weekend, questa strada è intrinsecamente strepitosa per l'anima e allo stesso tempo improponibile per divertimento di guida (clicca qui per leggere il post dedicato al Passo dello Stelvio).
Nel video Eros e Luna mostrano quanta arroganza ci sia sulle strade, indifferentemente tra automobilisti e motociclisti, e quanti rischi ci prendiamo per chissà quale motivo, forse per egoismo, per una strana ricerca di emozioni forti e autostima, per banale ignoranza.
In un mondo che va sempre più veloce, il mito della velocità contagia tutto e tutti, facendoci dimenticare il senso di quello che facciamo (clicca qui sei vuoi leggere il post dedicato al mito della velocità). Andare in moto dovrebbe essere un modo di respirare e condividere libertà, non una gara a chi è più impavido ed eroico. Stiamo perdendo di vista la semplicità delle cose, stiamo perdendo il piacere di goderci il mondo e la vita con lentezza (clicca qui per leggere il post dedicato al mototurismo consapevole).
Che senso ha mettere a rischio la propria incolumità e quella altrui per qualche secondo di adrenalina nelle vene? Ha senso rischiare per appagare il proprio ego o per mostrarsi coraggiosi con gli altri? Cosa mi spinge ad affrontare una strada difficile senza avere un pizzico di esperienza?
Insieme all'arroganza, le strade sono sempre più afflitte da un problema più subdolo: la mancanza di consapevolezza dei propri limiti e il disinteresse nei confronti delle protezioni. Guidiamo moto sempre più performanti, sempre più sicure, sempre più grosse, percorrendo distanze sempre più importanti e affrontando percorsi sempre più tecnici, senza pensarci troppo. Traccio l'itinerario su google maps, e via, si può partire. Lo facciamo spesso dopo aver preso la patente facendo l'esame sulle rotonde dietro casa, lo facciamo spesso senza interrogarci sulla difficoltà tecnica di una strada o di un passo di montagna, lo facciamo magari in jeans, t-shirt e calzature inadeguate (clicca qui per leggere il post dedicato all'abbigliamento in moto).
Parlando di strade e località a me più vicine, geograficamente o sentimentalmente, se qualcuno mi chiedesse quali sono le mie strade preferite da percorrere in moto direi l'accoppiata Passo Vezzena e Menador, il Passo Manghen e Monte Grappa, Passo Giau e Passo Pordoi, Passo Rombo e il Grossglockner, Passo Stalle e Villgratental. Sono tutte strade che hanno in comune alcune caratteristiche: il paesaggio e il contesto geografico lontano da zone antropizzate, la natura attraversata da una sottile striscia di asfalto. Nessuno o poco spazio per la velocità o per l'adrenalina. Solo emozioni semplici, sincere. Allo stesso tempo ad un motociclista neofita che mi chiedesse consigli su strade panoramiche all'altezza di chi ha poca esperienza, farei fatica a consigliare una delle strade che ho citato precedentemente. Per godersi la strada serve esperienza.
Non smetterò mai di dirlo: non si smette mai di imparare. Regalatevi e regalate un corso di guida sicura in moto. Vivrete le vostre sensazioni ed emozioni in moto con una nuova consapevolezza, senza farvi mancare il divertimento.
Da qualche mese ho abbracciato il progetto di divulgazione sulla sicurezza stradale degli amici di B!Safe, e credo davvero che sia necessario fare tutti la nostra parte sulla strada e non solo, anche quando comunichiamo tra motociclisti, sulla rete, sui social (clicca qui per scoprire le esperienze di guida dinamica e guida sicura di B!Safe Biker School).
Andare piano in moto non significa essere degli sfigati, significa semplicemente avere rispetto di noi stessi e degli altri. Farsi aiutare e imparare a guidare bene non è una sconfitta, ma una rinascita. Ci si può divertire anche guidando a velocità coerenti con il codice della strada, e si può tranquillamente guidare in serenità anche con un po' di sana malizia, tenendo d'occhio il proprio tachimetro e senza lamentarsi se arriva qualche multa per aver superato il limite di un'inezia (clicca qui per leggere il post dedicato a tachimetro e autovelox). Nessuno di noi è un Santo, tutti noi commettiamo imprudenze e facciamo errori, ma c'è un modo sano di scendere in strada e uno malato, pericoloso, insensato.
Si potrebbe discutere all'infinito sulla pessima situazione in cui versa la manutenzione delle strade in Italia, sui limiti di velocità poco sensati di alcuni tratti stradali, sugli autovelox trabocchetto, sulle limitazioni orarie al traffico, sulle strade con accesso a pagamento. Discutiamo, parliamone, litighiamo, confrontiamoci partendo da opinioni opposte, ma facciamolo con sincerità, con il desiderio di migliorare le nostre strade, senza arroganza.
Ricordiamoci che la libertà, in ogni senso e in ogni cosa, non è il poter fare ciò che si vuole indipendentemente dagli altri.
Tornando al video di Eros e Luna, mi sono segnato due frasi importanti, che condivido e che devono farci riflettere sul modo in cui dobbiamo vivere la strada e in particolare i sorpassi, che sono forse il momento più rischioso in assoluto in sella ad una moto:
"Ci vorrebbe semplicemente il buon senso, che purtroppo non tutti hanno."Guidare con prudenza non è un difetto. Avere rispetto degli altri non è una debolezza.
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