Renata ed Ilenia: viaggio in moto in Georgia ed Armenia

Renata ed Ilenia: viaggio in moto in Georgia ed Armenia

Renata ed Ilenia, due amiche unite dalla passione per il mototurismo e l’avventura, hanno deciso di spingersi oltre i confini della quotidianità in un viaggio difficile e appassionante che le ha portate attraverso la Georgia e l’Armenia. Con oltre 8500 chilometri percorsi in 21 giorni, partendo rispettivamente da Roma e dalla provincia di Ascoli Piceno, hanno attraversato paesaggi mozzafiato, dalle montagne del Caucaso alle valli armene.

Tra strade impervie, piccoli imprevisti e momenti di pura meraviglia, queste due viaggiatrici hanno affrontato ogni giorno lasciandosi guidare dall'istinto e dalla curiosità. È una storia fatta di determinazione, amicizia e scoperta, che ha trasformato ogni chilometro percorso in un ricordo indelebile.


Il diario di viaggio

Renata ed Ilenia: questa estate siamo andate in viaggio in moto in Georgia ed Armenia. Un viaggio di 23 giorni e circa 8500 chilometri per entrambe (per Renata che partiva da Roma e per Ilenia che partiva dalla provincia di Ascoli Piceno).

Traghetto Bari - Igoumenitsa 

Il colore giallo: tra andata e ritorno ci aspettavano 8 giorni per l'attraversamento di Grecia e Turchia. Abbiamo così deciso di non prenotare nulla ma di scegliere ogni giorno a pranzo (a seconda del luogo raggiunto, della tenacia che ci restava, del desiderio da esaudire) dove passare la notte.
All'andata siamo riuscite in 3 giorni a raggiungere la Georgia. Ci siamo imbarcate il 26 luglio, ed eravamo a Batumi la mattina del 30, dopo aver percorso 2185 km. Non è stato facile, con i primi cedimenti già dall'odiosa A2 greca. Una strada ben nota, ma che può subito demotivare.  Letteralmente trainata l'una dall'altra, e non cedendo mai, è così che la prima sera del nostro viaggio abbiamo fatto il bagno nel salatissimo Egeo. L'attraversamento della Turchia, passando a nord, è stato decisamente più fresco, meno monotono, e ci ha regalato l'emozione fortissima di entrare in Asia dal Ponte sul Bosforo.


La Georgia

Il colore verde: lasciata Batumi, ci siamo dirette verso il Caucaso, la vera guest-star del nostro viaggio. Più avanzavamo e più le montagne diventavano alte, verdi e rocciose insieme, magnifiche. Non è facile raccontare a parole l'emozione provata dentro ai nostri caschi nel percorrere la strada verso Mestia e lo Svaneti, arrivare a Usghuli e attraversare lo Zagari Pass. Un batticuore inarrestabile, fatto di stupore continuo.

La strada per lo Zagari Pass è impegnativa. Un cantiere fatto all'80% di strada cementata e con il restante 20% di guadi, pozze, terra battuta e sassi (a volte a strapiombo sul nulla). Ma la montagna ci ha ripagato di tutto, riempito occhi e cuore, placato ogni incertezza. 

Andateci preparati, e non solo per le difficoltà di guida (più o meno importanti a seconda dei punti di vista), ma soprattutto per lo schiaffo emotivo che l'immensità della natura può regalare. Facendo la vecchia strada militare russa e lo Javari Pass ci è successa la stessa cosa: stupore e commozione continui.

Tutta la Georgia è un cantiere a cielo aperto: molti posti hanno strade che finiscono per diventare improvvisamente mulattiere per qualche chilometro, con lavori in corso non segnalati e misure di sicurezza inesistenti. Poi ci sono gli animali, ovunque, dietro ad ogni curva è possibile incontrare mucche, maiali, cani, cavalli, oche, o peggio ancora, automobili. Permetteteci di dire che sono i peggiori automobilisti finora incontrati: sono davvero un pericolo!

Tiblisi è una capitale in costruzione, dalla posizione strategica da sempre. Edifici di Archistar, palazzoni-alveare brutalisti sovietici, palazzi liberty, chiese ortodosse, moschee e sinagoghe: un vero caos architettonico nel quale vivono abitanti miti, aperti, accoglienti, con una squisita tradizione sul cibo.


Stpantsminda (Georgia)
Stpantsminda (Georgia)


L'Armenia 

Il colore rosso: il piccolo Caucaso (come lo chiamano) è stato una sorpresa di colori e cicogne. Canyon rossi, montagne a righe arcobaleno, monasteri che sovrastano paesaggi incredibili. Lo stato delle strade è sicuramente migliore di quello georgiano anche se cantieri e sterrati non previsti ne abbiamo incontrati anche qui. Un paese povero ma denso di storia, una tradizione che trasuda dai volti delle persone ma anche dalle vecchie auto sovietiche che si incontrano spessissimo. La vecchia dominazione russa è visibile ovunque, anche negli edifici e nelle divise militari. Siamo riuscite ad ammirare le due punte dell'Ararat, il monte di Noè, storicamente armeno ma ormai possedimento turco, proprio passando lungo il confine. Il cuore si è stretto, e mille domande si sono avvicendate di fronte a questi luoghi contesi.


Erevan (Armenia)
Erevan (Armenia)


La Turchia 

Il colore azzurro: per rientrare in Turchia abbiamo attraversato una frontiera minore, il BCP Vale, una strada che ha un fondo pessimo ma è molto panoramica. Passa vicino al lago Cildir e regala temperature sopportabili (visto che è a 2000 metri slm). Problemi a una moto risolti facilmente a Kars (grazie all'estrema disponibilità dei meccanici turchi) ci hanno permesso di arrivare ad Ani's Ruins al tramonto: una magia! Abbiamo rosicchiato un giorno all'Armenia per realizzare il sogno di vedere l'Eufrate e attraversare il Dark Canyon. Trovarsi di fronte al fiume Eufrate è qualcosa che ti fa pensare... ma allora esiste davvero? E' un corso d'acqua immenso, blu e turchese. Grazie al cielo stupendo che lo ricopriva ci siamo emozionate, e ci è sembrato ancora più un incanto.


Lago Cildir (Turchia)
Lago Cildir (Turchia)


Fiume Eufrate (Turchia)
Fiume Eufrate (Turchia)

Ricordi di viaggio

Le strade più belle sicuramente sono state l'attraversamento dello Zagari e del Jvari pass, la vecchia strada militare che porta fino al confine russo da Tblisi in Georgia. La strada per il caravanserraglio di Oberlan, la zona attorno al lago Sevan e gli infiniti altopiani di confine in Armenia ci hanno dato tante emozioni.

Siamo state in 4 paesi, abbiamo usato 4 valute diverse, attraversato 3 fusi orari, dormito in guest house, ostelli, alberghi, incontrato due alfabeti arcaici e curiosi, raggiungendo i 2614 metri di altitudine, percorrendo centinaia di km senza incontrare nessuno, parcheggiando le moto nella hall di un hotel, mangiando Khachapuri e Khinkali squisiti, dimenticando cos'è il caffè espresso e la colazione dolce. Tutto questo con il supporto reale delle amiche che ci sostenevano da casa, a 4000 km di distanza, per dare sollievo alla paura che si faceva strada alle frontiere, fino a quando la sbarra non si alzava, per condividere la gioia di aver goduto del cristallino mare greco, chiacchierando a cuore aperto con la gente, anche grazie ai gesti e a google translate.

Avevamo molti obiettivi per questo viaggio, ma non ci siamo mai imposte di raggiungerli ad ogni costo, è venuto tutto da sé. L'elasticità di modulare e rimodulare il programma che avevamo in mente ci ha permesso di sorprenderci continuamente: sia per quanto vedevamo che per la nostra capacità di andare avanti. 

Continuiamo a chiederci se è davvero nostro il coraggio che ci attribuiscono, e dove invece ci spingerà la nostra inesauribile curiosità.

#venemienn



Kursunlu (Turchia)
Kursunlu (Turchia)



Ringraziamo Renata ed Ilenia per aver condiviso con noi la loro avventura alla scoperta di nuovi luoghi da esplorare in sella alle loro moto.

Puoi rivivere le emozioni di Renata ed Ilenia durante il loro viaggio in moto in Georgia ed Armenia guardando i loro video su YouTube: clicca qui 


Se vuoi leggere il racconto di viaggio di Renata e Ilenia (con le amiche Silvia e Federica) in Grecia, Turchia e Cappadocia: clicca qui


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Foto di copertina: Zagari pass (Georgia)










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