Moto e motociclisti: i personaggi da circo

La strada non è una pista: motociclisti cretini e fenomeni da baraccone


Da poco è iniziata la bella stagione e iniziano i primi weekend in moto. Ci sono alcuni consigli di base utili a tutti per affrontare le prime uscite (clicca qui per leggere il post dedicato) ma l'unico vero consiglio che mi sento di ripetere fino alla nausea è quello di guidare con attenzione e prudenza, sempre

Lo scorso weekend è stato anche per me l'occasione della prima vera uscita stagionale in moto, e abbiamo scelto di organizzare un itinerario sull'Appennino Tosco -Emiliano. Tra le varie tappe del giro in moto c'erano anche Passo della Futa e Passo della Raticosa, due luoghi molto frequentati dai motociclisti. 

Sapevo che avrei trovato traffico e che avrei trovato molti motociclisti, trattandosi del primo sabato di bel tempo e di temperature miti della stagione, quindi ho fatto qualche piccola deviazione su strade panoramiche secondarie prima di immettermi nel percorso principale che raggiunge la Raticosa e di seguito la Futa. Ho scelto percorsi panoramici, dove con la mia "zavorrina" e con il peso di qualche bagaglio posso divertirmi senza strafare, godendomi il paesaggio piuttosto che una guida sportiva. 

Non mi sento "uno sfigato" per il fatto di essere prudente alla guida della mia moto, soprattutto se ho con me un passeggero, e non mi sento un "motociclista di serie B" se preferisco le strade strette e panoramiche piuttosto che curvoni e misto veloce. Anche a me piace guidare "allegro" e anch'io ogni tanto faccio qualche cavolata. Non si tratta di pontificare da un pulpito o di fare i moralisti, ma quello che ho incontrato sulle strade lo scorso weekend, ed è la fotocopia di quanto ho già vissuto negli anni precedenti, è davvero indecente. La strada non è una pista (e in realtà nemmeno la pista è un videogame). 

Certi comportamenti di motociclisti che su strada piegano a tutta velocità, invadono corsie, impennano in sorpasso, magari davanti ai fotografi che stazionano sui passi di montagna più frequentati per farsi immortalare, è davvero un comportamento da bulli assolutamente intollerabile.

Non si può rimanere in silenzio di fronte a certi cretini che fanno i gradassi sulle strade e mettono a rischio la loro vita (e chi se ne frega) ma soprattutto la vita degli altri. Rimanere in silenzio per non inimicarsi una fetta di motociclisti significa essere complici di comportamenti criminali. 

Condannare pubblicamente questi pericolosi motociclisti molto spesso non serve a nulla, perché certi personaggi rimangono convinti della loro bravura e del loro coraggio e non si mettono mai in discussione, anzi spesso parlar male di loro riesce addirittura ad essere controproducente e alimentare il loro ego sconfinato, ma davvero non si può più rimanere in silenzio di fronte a questo schifo.

Le strade tortuose dei passi montani rappresentano una meta ambita per molti motociclisti, alcuni dei quali però sembrano attratti più dall'ebbrezza di mostrarsi agli altri come dei piloti senza paura piuttosto che dal desiderio di guidare in scenari mozzafiato. Purtroppo il comportamento irresponsabile di una minoranza rischia di compromettere non solo la sicurezza propria e altrui, ma anche l'immagine dell'intera comunità motociclistica. Manovre azzardate, invasione della corsia opposta e velocità eccessive sono tra gli spettacoli più comuni ai quali si è costretti ad assistere, e chiunque si permetta di criticare questi comportamenti è additato come sfigato, come moralista, o addirittura come infame. 


Responsabilità individuale e collettiva

È fondamentale che ogni motociclista prenda coscienza dell'importanza di una guida responsabile. Noi tutti siamo imperfetti e noi tutti subiamo il fascino del nostro ego quando saliamo in moto, ma c'è un limite all'idiozia, ed è stato ampiamente superato in questi anni. Rispettare le regole della strada, mantenere una velocità adeguata e rimanere nella propria corsia non sono solo obblighi legali, ma anche doveri morali verso sé stessi e gli altri utenti della strada.

La comunità motociclistica nel suo insieme deve iniziare a fare qualcosa, prima di tutto isolando e condannando i comportamenti che mettono a rischio la vita e la reputazione di tutti.






Foto di Max Frajer su Unsplash

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